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PROFILO DELLO PSICOMOTRICISTA APPI

ULTIMA MODIFICA E APPROVAZIONE ASSEMBLEA GENERALE 3 FEBBRAIO 2018

Presupposti teorici: la persona come unità mente-corpo

Sia dal punto di vista teorico che operativo, la Psicomotricità è quella scienza che, fondata su tutte le discipline che concorrono alla conoscenza dell’uomo in quanto unità mente-corpo – mediche, psicologiche e sociali - considera quest’ultimo nella sua “globalità psico-corporea, psico-tonica e psico-motoria”, strutturale e funzionale. In particolare, essa riconosce il ruolo centrale del “vissuto psico-corporeo” come costitutivo della personalità, fondamento della motricità funzionale e relazionale, dei processi cognitivi, comunicativi e regolatore del comportamento sociale. Essa si propone di comprendere l’uomo nel suo rapporto – vissuto, agito e parlato – con sé stesso e gli altri sia in situazione di normalità che di disagio comunque espresso sul piano corporeo, tonico e/o motorio e, di conseguenza, comportamentale. E’ una scienza, quindi, che riguarda ciascun individuo. Riferendosi costantemente agli autori fondamentali che hanno fornito il loro contributo all’avvio e allo sviluppo di tale disciplina (Ajuriaguerra, Wallon, Soubiran, Bergès) la Psicomotricità è aperta al contributo di qualsiasi apporto scientifico – in particolare le diverse teorie del corpo - che permetta di comprendere e rispondere ai bisogni, sempre in cambiamento, del singolo individuo e della società.

L’oggetto di studio della Psicomotricità

Sin dalla sua origine l’interesse della Psicomotricità concerne disordini psicotonici e psicomotori, ossia i disordini dell’identità psicomotoria e delle espressioni psicomotorie, che possono essere presenti in qualsiasi individuo indipendentemente dall’essere o meno portatore di una patologia organica. Tali problematiche, come sosteneva Ajuriaguerra (1959), non obbligatoriamente hanno un’origine organica senza peraltro escluderla. Ciò significa che i disordini psicomotori, ossia disordini psichici che si manifestano “tramite la via corporea”, costituiscono il risultato di fattori sia biologici sia psicologici e sociali. Nello specifico, tali disordini psicomotori possono essere:

- primari: disturbi del dialogo tonico-emozionale e della relazione corporea, disturbi della comunicazione, stato tensionale, insonnia, enuresi, impaccio motorio, disprassia, disordini dello schema corporeo, dell’organizzazione spazio-temporale e ritmica, dislateralizzazione, difficoltà di apprendimento scolastico, disturbi della grafomotricità del disegno e della scrittura, inibizione psicomotoria, instabilità psicomotoria, difficoltà attentive e sensoriali, disarmonie toniche, tic e balbuzie, ritardi motori, del linguaggio e della comunicazione, difficoltà connesse al processo dell’autonomia e dell’adattamento, disordini della personalità, ecc.

- secondari: a disturbi sensoriali, ritardi mentali, a disturbi della motricità centrale e periferica, a disturbi neuropsicologici, ad altre patologie più o meno invalidanti, a disturbi psichiatrici e all’invecchiamento, ecc.

 

Identità dello psicomotricista

Lo psicomotricista è l’operatore che, in quanto professionista del linguaggio corporeo e non verbale, dopo una specifica valutazione psicomotoria, attiva – autonomamente o in collaborazione con altre figure dell’area sanitaria, socio-sanitaria ed educativa – una coerente presa in carico psicomotoria di tipo preventivo-educativo e di aiuto alla persona comunque sofferente, nel rispetto della sua globalità psico-corporea ed utilizzando metodologie a mediazione corporea con tecniche psicomotorie, grafomotorie e di rilassamento proprie della professione. In particolare:

- favorisce l’armonico sviluppo psicomotorio della persona nel corso dell’età evolutiva e salvaguarda l’equilibrio psicomotorio della persona adulta e dell’anziano;

- favorisce l’uso delle competenze reali e potenziali sostenendo l’individuo, nelle diverse età e in qualsiasi ambito istituzionale o contesto, nel superamento di particolari momenti critici;

- interviene in modo specifico nelle situazioni di disagio psico-corporeo e di disordini delle espressioni psicomotorie, indipendentemente da eventuali problematiche organiche, individuando, valorizzando e mobilizzando il potenziale e le risorse della persona e del suo contesto.

 

Esercizio professionale

Lo psicomotricista, tenendo sempre conto nel suo intervento dell’unità della persona, si propone di riconoscere e favorire l’interazione e l’integrazione armonica tra diverse aree: tonico-emotiva, tonico-motoria, cognitivo-prassica, espressivo-comunicativo-relazionale, socio-comportamentale. Per questo, aiuta la persona a prendere coscienza e sviluppare potenzialità e capacità in vista del rispetto e dell’accettazione del proprio Io corporeo in rapporto con sé stesso e l’ambiente.

Sul piano operativo, esplicita una serie di competenze specifiche: 

1. Valutazione psicomotoria: 

Onde individuare le singole competenze psicomotorie (tono, motricità, equilibrio, sensorialità, lateralità, espressioni e controllo emotivo, lateralità, spazio, tempo, schema corporeo, aspetti gnosici e prassici, grafomotricità e grafismo, linguaggio non verbale, relazione corporea e comportamento) la valutazione è effettuata in un’ottica di “globalità” e non in termini puramente sintomatici e funzionali, basata su un atteggiamento di “sguardo penetrante e ascolto corporeo profondo” (J. Bergès, 1985). Per questo, utilizza strumenti di tipo sia soggettivo che oggettivo e che si svolgono esclusivamente nel “setting psicomotorio”: osservazione dinamica, prove psicomotorie standardizzate e non, test psicomotori in vista di fare un bilancio psicomotorio e definire. La “diagnosi psicomotoria” che va condivisa anche all’interno di un lavoro di équipe contribuendo alla diagnosi finale medica e/o psicologica e/o pedagogica.  Atteggiamento professionale specifico e particolare che definisce il campo della “clinica psicomotoria”3 .

2. Progettazione dell’intervento: 

Lo psicomotricista elabora, anche all’interno di équipes pluriprofessionali, la definizione del progetto di intervento finalizzato all’individuazione, all’accettazione e/o al superamento delle difficoltà e del disagio della persona.

3. Realizzazione del progetto:

la presa in carico psicomotoria Lo psicomotricista attua, in forma individuale e/o di gruppo, i progetti di intervento psicomotorio nelle seguenti aree:

a) Preventivo-educativo:

In questo settore gli interventi mirano a favorire un armonico sviluppo psicomotorio, a prevenire l’insorgere di difficoltà relazionali, comportamentali e degli apprendimenti, l’integrazione e la valorizzazione delle differenze individuali nonché ad individuare l’eventuale presenza di disarmonie psicomotorie ed attivare, dopo valutazione psicomotoria, una presa in carico psicomotoria precoce e/o inviare ad altri professionisti per un approfondimento diagnostico. Tali interventi possono essere attuati in diversi ambiti: * strutture educative: asili nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado, centri socio-educativi; * sanitario: area ostetrico-ginecologica (corsi preparazione al parto), neonatologia e pediatria (prematurità, ospedalizzazione prolungata, sostegno alla genitorialità, alla relazione psico-corporea madre-bambino, situazioni di adozione, screening sviluppo psicomotorio), sostegno psico-corporeo in oncologia, nella fase pre e post-operatoria, ecc. * socio-sanitario: case di riposo, centri diurni per anziani e disabili e altro, situazioni di rischio sociale (minori, tribunale minorenni, carceri, ecc.), e altre situazioni di difficoltà personali

b) relazione di aiuto psicomotorio:

Lo psicomotricista attua, grazie alla sua specifica e peculiare formazione psico-corporea, interventi, a seconda della problematica in forma sia individuale sia di gruppo nelle diverse età e istituzioni (reparti ospedalieri, comunità terapeutiche, comunità psichiatriche, servizi specifici per l’infanzia età adulta o patologie specifiche): * età evolutiva: ritardi evolutivi, disarmonie psicomotorie, disordini delle espressioni psicomotorie, disturbi psicomotori primari e secondari, disturbi della relazione corporea, disturbi della comunicazione e difficoltà di apprendimento. * età adulta: alterazioni e disarmonie della funzione tonica, della funzione tonico-posturale e di ogni funzione psicomotoria, disordini delle espressioni psicomotorie e della comunicazione, crisi connesse a cambiamenti fisiologici, traumi e malattie momentanee e/o croniche, problematiche connesse all’involuzione psicomotoria e ai processi di invecchiamento o a malattie terminali.

4. Pedagogia psico-corporea:

attività di informazione e di formazione alla relazione corporea e all’armonia psicomotoria rivolta agli adulti (genitori, personale di impresa, personale educativo e scolastico, personale assistenziale, personale socio-sanitario e sanitario) onde favorire la presa di coscienza del proprio atteggiamento e migliorare la relazione educativa e/o professionale.

5. Didattica e formazione:

A seguito adeguata preparazione, svolge attività di docenza, di formazione, di supervisione, studio e ricerca per gli ambiti di pertinenza della professione.

6. Modalità di lavoro

L’approccio psicomotorio è caratterizzato dalla valorizzazione dell’interazione costante tra processi corporei e processi psichici nella costruzione armonica della personalità e nell’attivazione delle espressioni psicomotorie tramite la mediazione corporea e l’uso di altri mediatori psicomotori (oggetti, elementi sonoro-musicali, grafico-pittorici, ecc.). in tal senso, l’intervento non è centrato sulla funzione e sul sintomo, ma sulla persona così che il senso dell’intervento preventivo-educativo e terapeutico non ha per nulla una connotazione pedagogica o riabilitativa o psicoterapica nel rispetto dell’iniziativa del soggetto onde favorire gradualmente l’autonomia psico-motoria e il rapporto con la realtà e gli altri. Tecniche psico-corporee passive ed attive, tecniche psicomotorie, grafomotricità e rilassamento

7. Metodologie e tecniche

Le metodologie, basate sul rispetto della persona e in ragione del livello evolutivo e delle problematiche, sono sia di tipo non direttivo sia semidirettivo e meno direttivo e vengono adattate al singolo caso o gruppo. Le tecniche sono molteplici: sensomotorie, percettivo-motorie, psicomotorie attive e passive, prassiche e simboliche, relazionali, espressive, di gioco, sonoro-rimico-musicali, grafomotorie e grafiche, plastiche, rilassamento, ecc.

 

La formazione

Per la sua peculiarità la formazione dello psicomotricista, dopo un’attenta selezione finalizzata alla predisposizione psicocorporea, richiede necessariamente:

a) La formazione di base

Gli obiettivi formativi generali riguardano la conoscenza dell’uomo in stato di normalità che di disagio nei diversi momenti evolutivi e delle diverse età e nei molteplici contesti psicosociali. Gli obiettivi formativi specifici concernono le patologie psico-motorie e psico-toniche. Lo psicomotricista si forma grazie ad una sintesi equilibrata di discipline neurologiche, psichiatriche, psicologiche, pedagogiche e psicosociali, basata sul criterio genetico normale e patologico, su cui si fonda lo statuto epistemologico della Psicomotricità. La sua formazione, non inferiore a 2750 ore in un triennio, si caratterizza in modo specifico e peculiare per il fatto di richiedere obbligatoriamente un’integrazione fra teoria, formazione professionale e formazione personale. Quest’ultima è ritenuta essenziale per lo svolgimento della professione in quanto costitutiva delle stesse tecniche psico-corporee.

b) La formazione permanente dello Psicomotricista

Come ogni professionista egli è dovuto a mantenersi aggiornato in termini di conoscenze e di tecniche; tuttavia, per la sua peculiarità egli ha l’obbligo di continuare a formarsi anche sul piano psico-corporeo attraverso varie esperienze psicomotorie vissute in prima persona e condotte da psicomotricisti formatori riconosciuti da apposito Registro Professionale. Inoltre, considerata la particolarità del disordine psicomotorio e del linguaggio corporeo con cui lo psicomotricista ha costantemente a che fare, nella sua formazione necessita anche dello strumento della supervisione clinica psicomotoria.

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